
IL TERRITORIO E LA SUA MORFOLOGIA
Dove si trova la Val Parina?
Il perimetro si articola dalle pendici del Monte Valbona a nord fino a spingersi alle cime del Monte Castello e del Monte Vaccaregio a sud, e dalla Cima di Menna a ovest fino alla foce del Torrente Parina nel fiume Brembo a est.
La superficie è di 2224.929 ha, pari al 6,06% sul totale delle superfici dei pSIC ricadenti nella provincia bergamasca (36682.12 ha).
La Val Parina può certamente dirsi che sia una delle valli prealpine delle Orobie ad essere rimasta più selvaggia, specie se valutata per le sue dimensioni e nella sua complessità; per certi versi, anche sotto l'aspetto forestale e rupestre, paragonabile alla pur ben più vasta piemontese Val Grande. Un bacino imbrifero miracolosamente rimasto quasi del tutto nel suo stato originario, se non fosse per la parte più alta ed orientale che, meno scoscesa e rupestre, ha invece subito un processo di colonizzazione sia agraria sia urbanistica, nonché per la presenza di un'antica cava di marmo nella parte più bassa del crinale meridionale e, soprattutto, per l'essere attraversata da nord a sud da un grande elettrodotto per l'alta tensione (che fortunatamente per l'altezza dei piloni e la scoscesità delle pendici non comporta il taglio del bosco sottostante, per cui la sua presenza sfugge quasi al visitatore). Percorsa da un torrente scarsamente ricco d'acqua perenne a causa della sua situazione geologica calcarea che non favorisce il perdurare dello scorrere dell'acqua, che pure ha comunque caratterizzato il suo tratto con diversi spettacolari fenomeni carsici quali "marmitte dei giganti". L'andamento abbastanza lineare della valle riceve diversi valloni laterali, tutti estremamente scoscesi e praticamente inaccessibili, il maggiore dei quali è la Val di Campo che discende dalla cima maggiore del suo spartiacque, la Cima di Menna (2300 m.slm), mentre sul versante meridionale della valle, a parte la Val di Lavaggio, i valloni sono meno incisi ma più impervi, con i Monti Vaccaregio e Castello (entrambi, 1474 m.slm) come cime maggiori. Il settore di Area Wilderness ne comprende la parte inferiore, quasi una sezione geografica della valle, dal Monte Ortighera su versante nord, al Monte Vaccaregio su quello sud. Per quanto riguarda l'aspetto naturalistico, ci si limita alla presenza di rarità floristiche ed anche endemismi orobici, che è estremante alta, sia di flora che di fauna, sebbene non si abbia certezza della loro presenza anche in Val Parina. In particolare si citano: la Campanula (Campanula elatinoides), la Salvastrella orobica (Sanguisorba dedecandra), la Sassifraga della Presolana (Saxifraga presolanensis) e la Lucertola vivipara (Zootoca vivipara ssp. carniolica). Nelle parti alte delle pendici vallive è ancora presente una popolazione autoctona di Fagiano di Monte, e potrebbe nidificarvi almeno una coppia di Aquila reale.

Il contesto della Val Brembana
La Val Brembana è una valle in Provincia di Bergamo percorsa dal fiume Brembo, che nasce dalla confluenza di quattro rami che hanno origine nelle Alpi Orobie e che corre per 74 km per confluire poi nell'Adda. Il nome Valle Brembana è comparso per la prima volta in una pergamena del 28 dicembre 1000 come attestato dalla pergamena capitolare n. 657 del 28/12/1000 conservata all'Archivio storico diocesano di Bergamo,
La valle Brembana è percorsa dalla Strada Statale 470. Fino al 1966 era percorsa anche da una linea ferroviaria, poi dismessa e dal 2011 parte del tracciato della linea ferroviara da Zogno a Piazza Brembana è stato riconvertito inpista ciclabile.
L'andamento della valle è in direzione Nord-Sud ed è limitata a nord dalla catena delle Alpi Orobie, a ovest dalla Valle Imagna e a est dalla Val Seriana; si apre a sud sulla Pianura Padana.
Sul lato est della Valle Brembana, all'altezza di Selvino, si apre l'impervia valle Parina, il cui torrente sbocca nel fiume Brembo fra Camerata Cornello e Lenna.
La Valle Brembana fa parte della catena orobica, che nel complesso si estende per circa 80 km dal termine nord-orientale del Lago di Como e dall'imponente piramide del Monte Legnone (2.609 m) sino al Colle dell'Aprica e a Edolo, geograficamente situata nel settore Sudalpino Lombardo, tra le province di Bergamo e Sondrio.
Il versante settentrionale della catena orobica costituisce la fiancata sinistra della Valtellina o Bassa Valtellina orobica mentre quello meridionale considera le testate delle valli bergamasche: Brembana, Seriana e Scalve.
Le Alpi Orobie formano quindi una lunga catena di cime di vario aspetto allineate in direzione est-ovest, caratterizzate da rilievi tra i 2.000-3.000 m e da profonde incisioni vallive.
Dal punto di vista morfologico la catena delle Orobie a nord scende in Valtellina con un ripido versante che presenta incisioni vallive secondarie, quasi sempre trasversali, i cui torrenti si riversano nell'Adda. Diversamente il versante meridionale si presenta più aperto ed è costituito da valli a prevalente andamento nord-sud che alimentano i principali fiumi bergamaschi.

Dai dati del Catasto Lombardo-Veneto (Mappe e Catastino, 1853) relativi al territorio della Valle Parina, in particolare nel comune di Dossena (il pSIC comprende anche i territori ricadenti nei comuni di Oltre il Colle, Serina e S. Giovanni Bianco, tuttavia vi sono dati in letteratura solo relativi al comune di Dossena), emerge che il 100 % della superficie è costituito da boschi, in particolare da bosco ceduo forte. Nel territorio del comune di Dossena parte del territorio era destinato anche a coltivo da vanga, orto, prato, bosco ceduo dolce, pascolo, pascolo in alpe, sasso nudo e stagno.
Per quanto riguarda la Valle Parina, la situazione non cambia significativamente nei dati del Cessato Catasto (Mappe e Tavola Censuaria, 1903), perché anche in questo documento risulta che il 100 % della superficie della valle è costituito da boschi, in particolare da bosco ceduo e bosco d'alto fusto.

Toponomastica dei centri abitati
S. Giovanni Bianco
"Questa è la prima terra della Valle Brembana Inferior verso il comun del Cornello ...et è luntana da Bergomo milia 16 et da confini milanesi mediante la val Taieto bergamasco milia 5. Ha le infrascritte contrade: Sanzan, Costa, Chios,Squadra di Mezo, Roncaia, Pianca, Cornalita, Onida, Piazzolin, Piaza Longa, Folo, Capitale, Molini, Piazza, Sol, Gardata, Sentino, Briol e Zignoni. Queste contrade sono sparse in piano, parte in colle et parte in valle,...per mezzo passa il fiume Brembo nel quale concorre et fa capo in quel loco il fiume Taiecchia che nasce nel monte Montirone milanese et è acqua grossa oltra altri fiumi che fanno capo inferiormente" (Da Lezze,1596, in Marchetti e Pagani, 1988, pag. 246).
"grosso e signorile villaggio e fra i migliori che si trovano in valle Brembana appartiene alla pretura ed al distretto di Zogno, e resta sulle sponde del Brembo in una ridente situazione là dove è meno angusta la vallata. ...Quivi mette foce nel Brembo la Taleggia fiumicello, che sorge nella contigua valle di questo nome, e ne esce, angustamente passando fra due montagne per gran tratto tagliate a picco. Prima e dopo questo villaggio per lungo tratto l'alveo del Brembo è attraversato di grandi banchi di una pietra calcarea nera, i quali ostrano formar anche la base alle laterali colline staccate dalle grandi giogaje, che costeggiano la vallata; questi banchi mostrano appartenere all'antica ossatura del Globo. In Sangiovanbianco lungo le sponde della Taleggia sonovi alcuni tratti di una pietra argillosa verdastra che contiene della pirite ferea esagona. E non molto lungi da qui parimente nelle sponde del fiumicello si trova anche della Pseudo-galena doviziosa d'argento" (Maironi da Ponte, vol. III, 1820, pag. 63).
Con la denominazione di Sancto Iohanne Albo è menzionato negli Statuti di Bergamo del XIV e XV secolo tra i comuni appartenenti alla facta di S. Alessandro (Oscar e Belotti, 2000, pag. 253).
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Oltre il Colle
"La terra è in monte lontana da Serinalta due milia, il territorio della quale è lungo milia 2 et altro tanto largo, luntan da Bergomo milia 24 et da Taietto milanese milia 12. Il paese è sterilissimo et alto non si raccoglie il viver per doi mesi dell'anno...Fiume Parina con fusine n. 3, molini 4" (Da Lezze, 1596, in Marchetti e Pagani, 1988, pag. 298).
"Anticamente Grimaldo, villaggio di Valbrembana superiore, ..giace alle radici settentrionali del monte di Albenza al nord-est di Serina, in mezzo a praterie, e boscaglie, ma poco soleggiate ....Oltre il Colle, ..anticamente non era che una frazione del villaggio di Serina...Il prodotto di questo luogo è il fieno ed i pascoli, onde vi si alimentano copiose mandre e greggi, che somministrano ottime grassine. I suoi ...abitanti, parte attendono alla custodia delle mandre, e dei greggi, e parte si occupano nelle fucine del ferro in patria, e negli stati esteri, e molti sono carbonaj" (Maironi da Ponte, vol. II, 1820, pag. 200).
L'attuale territorio di sua pertinenza all'inizio del XIII secolo era compreso nel grande comune di Serina. E' quanto si evince da un atto di descrizione confinaria del 1234 relativo al comune di Levrene et Bracha (Gabanelli, 1996). Tale assetto viene confermato ancora alla fine del secolo successivo nello strumento di definizione dei confini del comune di Serina et Bracha (Codice Patetta, 1996). Con la denominazione di Ultacollum è citato negli Statuti di Bergamo del 1491 tra i comuni ascritti alla facta di porta S. Alessandro (Oscar e Belotti, 2000, pag. 317).
Dossena
"E' posta in monte sparsa in contradelle nel spacio de milia cinque in lunghezza et di milia doi in largezza,..Il paese è sterile, non si raccolie grani minuti et grossi in tutto per mesi tre dell'anno. Fiumi: uno chiamato Parina, un altro detto la Val del Manzo, un altro detto Val delli Molini con molini n. 5" (Da Lezze, 1596, in Marchetti e Pagani, 1988, pag. 297).
"Villaggio dè più rinomati di valle Brembana superiore,... al nord di Lepreno è posto sopra pendici della grande giogaja, che fiancheggia all'est la vallata. E' assai alta ed aprica la sua situazione frastagliata da campi, da grandi boschi d'alto e basso fusto, e da vastissime ubertose praterie, ove si alimentano numerose mandre e graggi. Il villaggio è diviso nelle contrade separate l'una dall'altra dette Valborgo, Molinari, Prato molinaro, Dilà della valle, Termine, Grumativa, Costa, Villa , Accarale, Ca degli Astori, Ca magogno, Ca de Zani, Ca Pasquali, Ca Zini, al Lago con Brogno, Ca Bracco e al Boder, ove esiste un piccolo lago rotondo, in cui vivono molte ranocchie. In vari siti delle falde montuose, che costituiscono il vasto territorio di questa comunità, si trovano dè vestigi di antiche scavazioni, le quali possono far credere che vi esistessero, o vi si supponessero esistere degli utili minerali" (Maironi da Ponte, vol. II, 1820, pag. 68).
Come comune è citato nell'atto di descrizione confinaria di Levrene et Bracha (Serina) del 1234, in cui viene definito un confine tra i due comuni grosso modo corrispondente a quello attuale (dal Monte Zucco al Monte Castello). In seguito è riportato negli Statuti cittadini del XIV e XV secolo tra i comuni appartenenti alla factadi porta S. Alessandro. Nel 1392, con un atto del notaio Zenino Tiraboschi, vengono descritti i suoi confini con i finitimi comuni di Serina, San Gallo (San Giovanni Bianco- San Pellegrino Terme) e San Pietro d'Orzio (San Giovanni Bianco) (Codice Patetta, 1996) (Oscar e Belotti, 2000, pag.143).
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Serina
"Questa terra è posta al monte fra due alti monti più eminenti dove corre un'acqua de una valle, la quale poi descende nel fiume Ambria et poi nel Brembo. Li monti circonvicini sono: a levante li dimandati Albina, a ponente quelli di Dossena. Fiume chiamato Parina, con doi fusine da ferro. Un altro detto la Valle passa per il comun con molini 15, un follo da panni et rasseghe n. 7" (Da Lezze, 1596, in Marchetti e Pagani, 1988, pag. 294).
"Grosso villaggio di valbrembana superiore, ora pertinenza della pretura, e del distretto di Zogno, è situato sulla sinistra sponda del fiumicello Serina, confluente nell'Ambria, che va a tributae le acque al Brembo presso il ponte di Tiolo superiormente di Zogno. Fu capitale della Valbrembana superiore, e sede della amministrazione governativa durante il dominio veneto. Serina altra volta fiorì molto pel commercio principalmente delle manifatture di lana. I grandi fabbricati che tuttora vi si veggono, e gli otto folli censiti nell'estimo dei tre nobili, ne fanno testimonianza...Ora non le restano che alcuni edifizj per la riduzione del ferro Ladino, per la segatura del legname ad uso particolare dè soffitti, ed in assette d'imballaggio, delle quali si fa un particolar commercio" (Maironi da Ponte, vol. III, 1820, pag. 96).
Con la denominazione di Serina et Bracha è menzionato per la prima volta come comune autonomo nell'atto di descrizione dei suoi confini del 1392 (Codice Patetta, 1996). Da questo strumento si ricava una circoscrizione territoriale molto estesa: tra le sue coerenze vengono infatti riportati, oltre ai territori di Bordogna (Roncobello), Dossena, San Gallo (che si estendeva all'epoca fino alla Valle Salvarizza, in territorio di S. Pellegrino) e Piazzo (S. Pellegrino), con i quali trova si tuttora in confine diretto, anche i Comuni di Poscante (Zogno), Spino (Zogno) e Costa Serina a sud; Vertova e Oneta, Gorno e Premolo ad est, Ardesio e Gromo a nord (Oscar e Belotti, 2000, pag. 272).