Cosa sono le aree protette?

Le Aree Naturali Protette sono delle aree del territorio soggette a un regime di utilizzo particolare volto a preservarne l'equilibrio ambientale, aumentandone o mantenendone l'integrità e la biodiversità.

Queste aree possono essere istituite mediante leggi a diversi livelli (nazionale o regionale) e da istituzioni pubbliche o da privati, quali istituti di ricerca o senza fini di lucro.

Le aree naturali protette sono ripartite in categorie dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Conservation of Nature), un'organizzazione non governativa che svolge un ruolo di coordinamento tra diverse organizzazioni in materia ambientale.

  • Riserva integrale — Categoria Ia
  • Area Wilderness — Categoria Ib
  • Parco Nazionale — Categoria II
  • Monumento Naturale — Categoria III
  • Area di conservazione di Habitat/Specie — Categoria IV
  • Paesaggio terrestre/marino protetto — Categoria V
  • Area protetta per la gestione sostenibile delle risorse — Categoria VI

Perchè una protezione a più livelli?

In Italia le diverse categorie IUCN vengono declinate su un certo numero di aree protette, così come sono definite dall'art.2 della legge 394/91. 

Parco Nazionale

I parchi nazionali sul territorio italiano sono 24 e proteggono aree di interesse nazionale, con ambienti o specie che sono uniche o molto rare.

In base alla definizione della legge "I parchi nazionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o piu' ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o piu' formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future."

Sul territorio lombardo vi è una parte del Parco Nazionale dello Stelvio, il più grande d'Europa.

Parco Regionale

In Italia ci sono 134 parchi regionali e di questi 24 si trovano in Lombardia; i parchi regionali, rispetto a quelli nazionali, sono più legati alle specificità del territorio e agli usi antropici dello stesso.

CItando la legge "I parchi naturali regionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o piu' regioni limitrofe, un sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali dei luoghi, dai valori paesaggistici ed artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali".

Riserve Naturali Statali e Regionali

Secondo la legge "Le riserve naturali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per le diversità biologiche o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli interessi in esse rappresentati."

In questo caso l'accento è posto maggiormente sugli aspetti protezionistici, mentre gli usi antropici sono in secondo piano.

Le riserve naturali hanno in genere estensione limitata e possono avere livelli di protezione differenti: riserve naturali integrali, con accesso consentito solo pe scopi scientifici e di sorveglianza; riserve naturali orientate, dove la presenza umana è limitata e monitorata; riserve naturali speciali e riserve naturali biogenetiche per la protezione di organismi la cui conservazione deve essere tutelata in modo particolare.

In Regione Lombardia vi sono 3 riserve naturali statali e ben 67 riserve naturali regionali 

Altre aree protette

VI sono anche altre forme di protezione, come per esempio i monumenti naturali, ben 33 in Lombardia, e i parchi di interesse sovracomunale che sono 97 in Lombardia.

La Regione ospita anche 20 Foreste regionali, importante serbatoio di valori ecosistemici.

Rete Natura 2000

Infine vi sono in Regione Lombardia 246 siti di interesse comunitario


Il sistema delle aree protette in Europa

L'Agenzia europea dell'ambiente (European Environmental Agency, EEA) è un organismo della Unione Europea che si dedica alla fondazione di una rete di monitoraggio per controllare le condizioni ambientali europee.

Il cambiamento nella percezione delle aree protette, da serbatoio di biodiversità a componenti di una rete ecologica, ha determinato la promozione della cooperazione internazionale per la conservazione e alla definizione di tipologie di aree protette su scala sovranazionale e alla creazione di aree protette come parte di un insieme di aree cooperanti tra loro per la conservazione e l'incremento dei valori ecosistemici.

A livello comunitario, attraverso le Direttive Uccelli e Habitat, è stata istituita la rete Natura 2000 il cui scopo principale è di garantire la conservazione delle specie bersaglio e degli habitat di interesse europeo.

La rete Natura 2000 è in gran parte completa per quanto riguarda l'ambiente terrestre e la connettività — spaziale e funzionale — dei siti Natura 2000 attraverso i confini nazionali è relativamente buona, mentre la componente marina della rete è ancora largamente incompleta. Per maggiori informazioni sullo stato di avanzamento della rete Natura 2000 si può consultare il sito Barometro Natura 2000 (in inglese) e in particolare le FAQ (in italiano).

A livello comunitario, diverse direttive sono state particolarmente importanti per la creazione di aree protette: la Direttiva Uccelli e la Direttiva Habitat.

La Direttiva Uccelli L'Europa ospita più di 500 specie di uccelli selvatici che la Direttiva Uccelli mira a proteggere; il 32% di queste specie infatti presenta dei problemi di conservazione..

Spesso le specie di uccelli migratori e selvatici possono essere protette solo cooperando su scala transnazionale.

Le minacce alla conservazione derivano da diverse fonti. L'espansione urbana incontrollata e le reti di trasporto hanno molto frammentato e ridotto gli habitat per queste specie; l'agricoltura intensiva, la silvicoltura, la pesca e l'uso di pesticidi hanno ridotto o alterato le fonti di cibo e la caccia non adeguatamente regolamentata ha inferto danni alle popolazioni.

Gli Stati membri dell'UE hanno adottato all'unanimità la direttiva 79/409/CEE, nota come Direttiva Uccelli, nell'aprile 1979. Si tratta del più antico atto legislativo dell'UE in materia ambientale e uno dei suoi capisaldi. Modificata nel 2009, è diventata la Direttiva 2009/147/CE.

La perdita e il degrado dell'habitat sono le minacce più gravi alla conservazione degli uccelli selvatici. La direttiva pone quindi grande enfasi sulla protezione degli habitat per le specie in via di estinzione e migratorie e istituisce una rete di Zone di Protezione Speciale (ZPS) comprendente tutti i territori più vocati per queste specie.

Dal 1994 tutte le ZPS sono incluse nella rete ecologica Natura 2000, istituita ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE.

La Direttiva Habitat La Direttiva Habitat è stata adottata nel 1992 e ha come oggetto la conservazione degli habitat naturali e della fauna e della flora selvatiche. Questa Direttiva mira a promuovere il mantenimento della biodiversità, tenendo conto delle esigenze economiche, sociali, culturali e regionali, e costituisce, insieme alla Direttiva Uccelli, la pietra angolare della politica europea di conservazione della natura.

Tale direttiva è stata recepita dall'Italia nel 1997 tramite il Regolamento D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 modificato ed integrato dal D.P.R. 120 del 12 marzo 2003.

La Direttiva Habitat, oltre che della conservazione di numerose specie animali e vegetali rare, minacciate o endemiche, descrive e protegge anche circa 200 tipi di habitat rari e caratteristici

Le Direttive Uccelli e Habitat hanno dovuto evolversi per riflettere i successivi allargamenti dell'Unione Europea.

In Italia

Il nostro paese ha recepito le Direttive Habitat e Uccelli e ha istituito ad oggi 2637 siti afferenti alla Rete Natura 2000.

In particolare sono stati individuati 2358 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), 2297 dei quali sono stati designati quali Zone Speciali di Conservazione, e 636 Zone di Protezione Speciale (ZPS), 357 delle quali sono siti di tipo C, ovvero ZPS coincidenti con SIC/ZSC: (Fonte Ministero della Transizione Ecologica)

In Regione Lombardia ci sono 246 siti Natura 2000 che proteggono più del 15% del territorio della Regione.

La Valle Parina è una di queste aree ed è il SIC con codice IT2060008. Questo collegamento ti permette di vedere la Scheda della ZPS Valle Parina con l'elenco degli habitat e delle specie.

L'area del SIC Valle Parina, solcata dal torrente omonimo, è localizzata in posizione intermedia nel più ampio bacino della Valle Brembana, sul versante idrografico di sinistra del fiume Brembo.

Il perimetro si articola dalle pendici del Monte Valbona a nord fino a spingersi alle cime del Monte Castello e del Monte Vaccaregio a sud, e dalla Cima di Menna a ovest fino alla foce del Torrente Parina nel fiume Brembo a est.

La superficie è di 2224.929 ha, pari al 6,06% sul totale delle superfici dei SIC ricadenti nella provincia bergamasca (36682.12 ha).

L'importanza della ZSC Val Parina deriva dalla eccezionale estensione degli habitat di forra, come i boschi di forra, le sorgenti pietrificanti, le rupi strapiombanti e alla continuità delle formazioni forestali.

L'area si caratterizza anche per il ridotto impatto antropico dovuto all'assenza di infrastrutture e di insediamenti, che risultano tra i più bassi sul versante meridionale del rilievo orobico.

Gran parte della Val Parina si trova a quote modeste, comprese tra 600 e 1500 m s.l.m. e in esposizione sud. Queste condizioni predispongono l'area ad incendi, che negli scorsi decenni hanno interessato vaste superfici pressoché inaccessibili alle squadre antincendio.

Gli habitat rupestri e di substrati mobili, come i ghiaioni e i macereti hanno particolare rilevanza floristica per le specie che ospitano.

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